Incontinenza fecale: metodo THD vs. neuromodulazione sacrale

Secondo una recente statistica medica, l’incontinenza fecale attualmente colpisce 40 milioni di adulti tra Europa e Stati Uniti: una cifra davvero significativa se rapportata, ad esempio, alla popolazione italiana che conta circa 60 milioni di persone.

Fra le terapie più recenti messe a punto dalla scienza per combattere questo problema proctologico vi è ad esempio la neuromodulazione sacrale, che consiste nell’inserimento di piccoli impianti nel corpo del paziente che mandano impulsi elettrici mirati. Questi stimoli hanno come target nervi e muscoli, e possono aiutare a ridurre le perdite accidentali dallo sfintere (risultando talvolta utili anche in caso di incontinenza urinaria).

Gli impianti per la neuromodulazione sacrale di ultima generazione sono di piccole dimensioni e dotati di batterie che garantiscono sino a 15 anni di autonomia; rispetto al passato sono quindi stati compiuti significativi passi in avanti in termini di riduzione dell’invasività, come dimostrano ricerche condotte negli ultimi tempi soprattutto in Belgio, Francia, Olanda e Regno Unito.

I pazienti che tuttavia sono alla ricerca di un intervento ancor più mini-invasivo per il trattamento dell’incontinenza anale probabilmente apprezzeranno maggiormente la metodica THD® GateKeeper disponibile oggi in Italia, e questo per diverse ragioni.

La prima è che THD® GateKeeper è un intervento basato su principi meccanici, e non elettrici, per il contrasto all’incontinenza fecale. Il metodo prevede infatti l’inserimento di minuscoli impianti disposti a corona intorno allo sfintere; questi impianti sono fatti di un materiale autoespandente che aumenta di volume attraverso l’assorbimento di acqua dai tessuti. Gli impianti THD® GateKeeper, “gonfiandosi”, andranno a migliorare la continenza a riposo senza tuttavia ostacolare l’espulsione delle feci.

Inoltre gli impianti THD® GateKeeper hanno una lunga durata e mantengono negli anni la loro efficienza dal punto di vista meccanico, sono perfettamente biocompatibili e a distanza di poco tempo dall’intervento il paziente non si accorge nemmeno più della loro presenza. Tutti questi risultati sono dimostrati da un’ampia casistica di pazienti operati e relativi follow-up.

Riconosciuto dal Servizio Sanitario Nazionale, l’intervento THD® GateKeeper è disponibile presso numerosi ospedali italiani e viene eseguito generalmente con anestesia locale in regime di day surgery, a riprova della minima invasività e della sicurezza per il paziente.