Terapie orali contro il soiling: loperamide vs psillio

L’incontinenza delle feci è un disturbo che può manifestarsi con differenti livelli di gravità; quando i sintomi sono lievi, ovvero le perdite sono minime e avvengono solo saltuariamente, si tende a parlare di soiling. Nel caso in cui il fenomeno fosse prevalentemente imputabile alla presenza di feci liquide o poco formate, è possibile cercare di ridurne l’incidenza mediante l’assunzione di principi attivi o integratori con proprietà antidiarroiche che riescano ad “addensare” le masse fecali.

Un team di ricercatori della University of Alabama (Birmingham, USA), guidato dalla dottoressa Alayne Markland, ha messo alla prova due rimedi comunemente utilizzati per questi problemi: il loperamide, un farmaco antidiarroico, e le fibre naturali dello psillio, che con la loro azione meccanica danno origine a feci compatte e ben formate.

La dott.ssa Markland e i suoi colleghi hanno studiato 80 volontari che soffrivano almeno settimanalmente di episodi di incontinenza fecale. Per quattro settimane è stato somministrato a metà dei volontari lo psillio, mentre ad altri è stato dato il loperamide. Tutti i pazienti hanno poi osservato uno stop di due settimane, e la terapia è stata scambiata per altre quattro settimane.

Entrambi i trattamenti hanno dato risultati degni di nota; dopo le prime quattro settimane il numero di episodi settimanali di incontinenza è calato da 7,9 a 4,1 con il loperamide, mentre nel caso dello psillio si sono ridotti da 7,3 a 4,8. Il miglioramento in termini di frequenza delle perdite accidentali, dopo le due settimane di stop e le altre quattro di trattamento, si è attestato a quasi 5 episodi a settimana nel caso dello psillio e a 3,5 per la terapia con il loperamide.

A prima vista sembrerebbe quindi che il farmaco sia la soluzione migliore, ma il loperamide in realtà ha causato la comparsa relativamente frequente di effetti collaterali quali costipazione, mal di testa e dolore addominale: tenendo conto di questi problemi, “al netto” è probabilmente lo psillio la scelta migliore. Ma poiché anche quest’ultimo rimedio può avere alcuni effetti collaterali, gli autori dello studio ricordano che il medico deve valutare l’approccio da utilizzare caso per caso, a seconda della tollerabilità.

Già, il medico: in caso di soiling o incontinenza anale, non è possibile, e nemmeno saggio, rinunciare a questa figura, visto che, una volta comparsi, questi problemi molto difficilmente passano da soli. Perciò si sottolinea ancora una volta l’importanza di mettersi nelle mani di un proctologo per tutti i disturbi legati all’incontinenza fecale.