Con l’avanzare dell’età è possibile che gli uomini inizino a soffrire di problemi alla prostata che, nei casi più gravi, devono essere affrontati con una soluzione radicale ovvero la totale asportazione di questa ghiandola.
Data la posizione “delicata” della prostata e le possibili ripercussioni fisiche nella zona operata, un team di ricercatori del dipartimento di urologia del Brooke Army Medical Center di San Antonio (Texas) si è domandato qualche anno fa quali fossero i legami tra incontinenza fecale e interventi di prostatectomia.
Guidati dal dottor Bishoff, i medici statunitensi hanno indagato mediante un questionario quali fossero le condizioni di salute di 227 pazienti a cui era stata precedentemente asportata la prostata. Analizzando le risposte fornite è emerso che, dei pazienti che in seguito all’intervento hanno iniziato a soffrire di incontinenza fecale, il 5% era stato sottoposto a una prostatectomia radicale retropubica mentre il 18% a una prostatectomia radicale perineale.
Nello specifico, anche la frequenza degli episodi di incontinenza (descritta come giornaliera, settimanale, mensile o con ricorrenza inferiore al mese) si è dimostrata essere maggiore nelle persone sottoposte a prostatectomia perineale rispetto all’intervento retropubico, così come la propensione ad utilizzare dei pannoloni per ovviare al problema. La presenza di questi disturbi ha avuto effetti negativi soprattutto sullo svolgimento di attività sociali, divertimenti, viaggi e vacanze.
Un aspetto importante è che, fra tutti i soggetti colpiti dall’incontinenza, pochissimi si sono rivolti a un medico per parlare del problema anche quando esso si presentava con sintomi classificati come “gravi”: il 14% delle persone operate di prostatectomia perineale, e appena il 7% di quelle che si erano sottoposte a una prostatectomia retropubica.
Questi dati altro non fanno che confermare la tendenza da parte delle persone a tenere per sé il problema, convinti che sia meglio non affrontare l’argomento imbarazzante nemmeno con uno specialista. Ciò naturalmente non ha ragione di essere, per almeno due motivi: da una parte per il medico questi problemi fanno parte dell’ordinarietà (nessun imbarazzo quindi) e, dall’altra, solamente da una diagnosi accurata può consentire di mettere in atto le strategie di cura più efficaci per ridare salute e serenità alle persone colpite da incontinenza fecale a seguito della prostatectomia.